Sorriso: un nuovo racconto

Dopo tre anni in cui non son riuscito più a scrivere nulla ecco finalmente un nuovo racconto.
Se son riuscito a superare il blocco devo dire grazia alla fata/musa Laura.
Spero vi piaccia.
I racconti di 3 anni fa li trovate qui: www.epicuro.org/michele/racconti/

Sorriso

Non guardarmi con quegli occhioni!
Ti ho detto che è vero! È uscita dallo schermo e ha preso il volo.
Libero di non crederci, ma non sono pazzo!
Si, si la solita storia: “Sto troppe ore davanti al computer, ho iniziato a confondere la realtà con la fantasia e dovremmo venire a passeggiare al mare più spesso, anche se fa freddo…“.
Ebbene ti sbagli: dietro ad un computer c’è sempre una persona, è solo un modo per comunicare, come il telefono o la televisione.
Anzi è molto meglio.
Ok, ti racconto tutto dall’inizio.
Era ormai più di una settimana che quel dannato virus mi stava facendo impazzire. Si presentava come una farfalla, una splendida farfalla gialla ed azzurra. Appariva in tutti i PC della rete, ma solo quando c’ero io davanti.
Qualcuno mi cercava per configurare un account di posta? Come prendevo il mouse in mano quella dannata farfalla iniziava a svolazzare da una parte all’altra del monitor.
Una volta sistemato tutto, lasciavo il computer e la farfalla spariva.
No, non la vedevo solo io, non ho le allucinazioni.
Appena mi spostavo in un altro PC, ad installare la nuova versione di OpenOffice, quella tornava.
Ho scaricato non so quanti antivirus, niente.
Ho cercato in tutti i newsgroup, in italiano, inglese, esperanto e spagnolo: niente! Nessuno aveva notizie di un virus simile.
Ho formattato tutto: niente!
No, non ho provato con un esorcismo! Come sei simpatico.
Un giorno sulla farfalla è apparsa una X, come per dire “clicca qui e io sparisco”. Mentre le davo la caccia a colpi di mouse la farfalla ha cominciato a mettersi con la X su un link, io cliccavo e lei si spostava. Un link dopo l’altro ed il PC si è messo a suonare la sigla di un vecchio cartone animato, l’Ape Maya mi pare…
-BAU, BAU!
Va bene, vai a fare una bella corsa cucciolone! Ma non perderti nella nebbia, continuo poi a raccontarti…
Il fatto che io stia raccontando tutto questo al mio cane dimostra che non sono pazzo.
Sarei pazzo se raccontassi a qualcuno che una farfalla è uscita dal monitor del mio Computer, si è messa a svolazzare per la stanza, per poi rituffarsi nel monitor di un altro PC.
Il cane non può certo farmi ricoverare. Non può nemmeno capirmi a dirla tutta.

Corri a prender il bastone!
Niente. Sei il cucciolo più sfaticato del mondo!
Come vuoi tu, riprendo a raccontarti la storia di ieri.
Stavo lavorando al computer e mi lamentavo, come mio solito, di Windows, quando quel dannato virus, a forma di farfalla è riapparso un’altra volta.
Stavo per decidermi ad installare Linux quando quella ha preso il volo. Ed ecco l’idea geniale: spegnere tutti i monitor. Non aveva via di scampo.
L’idea però non era così brillante. Con il monitor spento io non potevo più lavorare, mentre la farfalla non sembrava assolutamente preoccupata di non poter rientrare dentro un PC.
Ho aperto la finestra per farla uscire. Nessun risultato.
Ha iniziato a girarmi intorno, e poi ad allontanarsi repentinamente, come per indicarmi una strada.

Non potevo lavorare a causa dei monitor spenti, e poi non riuscivo proprio a concentrarmi con la farfalla che mi girava intorno, così ho deciso di seguirla.
Dopo parecchio tempo mi sono accorto che ripercorrevamo sempre le stesse strade.
Si era persa.
Ci è voluto ancora un po’ per raggiungere la meta. La farfalla mi ha portato fino alle scogliere del porto, a metà tra il mare e il cielo.
Le onde si erano fermate. Non c’erano gabbiani, all’orizzonte non si vedeva nemmeno una vela. Solo qualche nuvola leggera verso nord.
Seduta su uno scoglio c’era una ragazza.
La farfalla le si è posata sulla spalla destra, o era la sinistra? Non saprei dirlo… ed è sparita.
Lei mi ha guardato sorridendo. Un sorriso incredibile, contagioso.
Mi mi ha preso per mano e mi portato in mezzo al mare.
Appoggiavamo i piedi sulle onde. Se affondavo mi sorrideva, ed io tornavo più leggero del mare.
Abbiamo Iniziato a ballare, senza musica, solo il ritmo dei battiti del cuore.
La danza non è durata a lungo.
Alla ragazza sono spuntate le ali, le stesse della farfalla ma più grandi, come ad una fata.
Ha sbattuto le ali, mi ha preso la mano e mi ha sollevato. Ma solo per appoggiarmi su uno scoglio subito dopo. È fuggita via.
No, non mi ha detto perché è fuggita, mi ha accennato ad un impegno, doveva fare una spremuta di pompelmo mi pare, o era un kiwi? Comunque un frutto amaro, sono sicuro.
Si, mi manca, certo, però…
-CAIII!
È vero, soffro come uno della tua specie, ma fammi finire.
Ballare sul mare è come andare in bicicletta. L’ho fatto una volta, ho imparato, e non lo dimenticherò più.
E mi sento vivo ogni volta che ripenso a quel sorriso di fata.

Michele
Senigallia 19-28/11/2005
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