Viola

Ancora un racconto.
Breve, dolce, l’ho scritto pensando ad Irene.
E’ il racconto preferito di Silvia che, anni dopo, ne ha tratto un disegno.

Viola

Mi piace danzare con il vento, muovere lo stelo al ritmo delle sue raffiche, ascoltando la melodia del canto di passeri e pettirossi. Vivo nella discoteca più bella del mondo!
Dicono che sono molto bella quando ballo, sapete? Sono tutti innamorati di me qua intorno, ma io sono già fidanzata. Lo vedete quel tulipano rosso un po’ più a valle? E’ lui!
Il mio tulipano mi manda sempre dei baci, con il vento. Sono baci delicati, dolci, ma io vorrei un bacio vero, carnale, come quelli di quei due ragazzi che vedo in bicicletta nella salita che porta al mio prato.
Lui pedala con forza, cercando di non farle sentire il fiatone. E’ felice perché è vicino alla sua bella.
Lei, seduta sulla canna, è preoccupata per una dieta di cui non avrebbe bisogno, ma i pensieri spariscono per l’emozione di sentirsi abbracciata.
Sono arrivati. Si accomodano proprio vicino a me e al mio tulipano.
Lui la fa sdraiare, per guardare le nuvole. Lei ha il viso appoggiato al torace di lui e con la mano lo accarezza. Lui la abbraccia. Il loro sguardo è perso nel cielo, verso quei morbidi filamenti di nuvole candide che lo rendono più dolce.
Oggi possono permettersi di guardare uno spettacolo simile senza sentirsi insignificanti. Oggi sono loro il centro del mondo!
Iniziano a parlare. Si raccontano libri, poesie. Commentano film. Vivono fumetti e canzoni. Parlano degli amici, del bene che gli vogliono, e non smettono mai di sorridere.
Non hanno più bisogno di guardare il cielo e le nuvole, si guardano negli occhi!
D’un tratto lei chiede: “Mi vuoi bene?” e lui: “Non lo devi chiedere a me, ma a lui!” e indica il cuore.
Lei appoggia l’orecchio. “Non sento niente!” “Per forza! Con questa!” e si toglie la maglietta.
Lei accosta il viso al petto nudo ed ascolta il battito impazzito del suo cuore. “Si, mi vuoi un po’ di bene!” Sorride lei.
“E tu mi vuoi bene?”
“Chiedi a lui!”
Lui accosta l’orecchio e dice: “Non sento niente, devo togliere questa!” E inizia a slacciarle la camicetta. “Non voglio”, dice lei, ma ride. Lui va avanti e appoggia l’orecchio sul cuore nudo di lei ed esclama: “Tu mi vuoi tanto bene!”
“Però mi vergogno” Sussurra timida lei. “Allora devi coprirti.” Dice con sicurezza lui.
Allunga la mano verso di me e senza sforzo stacca il mio stelo da terra. Dopo un secondo sono accanto al mio tulipano. Un altro secondo e i nostri steli sono appoggiati in mezzo al seno di lei.
“Va bene così?” Lei risponde con un sorriso.
Lentamente, con la punta di un dito, lui le accarezza un seno. Poi con lo stesso dito le alza il mento, per vederle meglio il sorriso. La carezza si sposta dolcemente sulla bocca. L’istante successivo il dito è sostituito dalle sue labbra.
Si stringono forte.
E’ il nostro primo ed ultimo abbraccio, il nostro bacio. Tutto grazie al calore dei loro corpi, ai loro cuori impazziti e alle loro labbra.

Ho scritto queste righe perché volevo regalarti un fiore senza commettere il crimine di coglierlo, un bacio, Michele.

Senigallia 23/02/99



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