Qualche pagina indietro

Con questo racconto ho vinto il primo premio alla Maratona di Scrittura di Libriamo a Matelica.
Le regole erano semplici: scrivere in 2 ore, 22 minuti e 22 secondi un racconto di non più di 5.000 caratteri (spazi compresi) che contenesse la frase “Prendi: questo libro ti cambierà la vita”.

Dei 16 racconti presentati da altrettanti concorrenti il mio è stato giudicato dalla giuria il più bello, così ho vinto un corso online di scrittura creativa a cura di Davide Giansoldati.
Bilancio positivo in assoluto: mi sono divertito molto, ho conosciuto persone positive e ho vinto.
Nella foto Alessio Giovannini (3°) e Silvia Saracini (2°).

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Il video, grazie a GoMarche.

Ecco il racconto.

Qualche pagina indietro

– Vai a quel paese!
– Luigi calmati!
– Calmarmi? Con tutto quello che mi è successo tutto quello che sai dirmi è “Prendi: questo libro ti cambierà la vita”. Bell’amico sei. Ospitami qualche giorno a casa tua, dammi un aiuto per farmi perdonare, un contatto per trovare lavoro… No, mi dai un libro, gran bello sforzo, grazie Claudio.
– OK, adesso sei arrabbiato, ti capisco. Dormici su e ne riparliamo.

Sotto lo sguardo incredulo di Luigi Claudio si allontana lasciandolo solo con il libro ed i suoi pensieri.
Non avrebbe dimenticato facilmente quel sabato 25 ottobre. La mattina Daria, sua moglie, lo aveva scoperto in un atteggiamento inequivocabile con la segretaria.
In un solo colpo Luigi fu sbattuto fuori di casa e perse il lavoro (l’azienda era del padre di Daria).
La prima cosa che gli venne in mente fu di chiamare il suo amico di sempre, Claudio, ma questo se ne era uscito con quella storia assurda del libro.

– Se ne è andato davvero. “Dormici su” dice. Facile per lui, io non so nemmeno dove andrò a dormire stanotte. Magari quel libro lo userò come cuscino su una panchina e mi cambierà la vita curandomi la scogliosi. Che razza di amico!

In un impeto di rabbia Luigi scagliò il libro per terra. Ne uscì un foglietto di carta. Sopra era annotato un codice, un orario ed un luogo, l’aeroporto. Senza nemmeno rendersene conto, prese l’autobus verso l’aeroporto.

– Daria non mi perdonerà mai. Ho 45 anni, ho sempre lavorato nella stessa azienda, sono abituato a spendere tanto. Cosa mai potrò fare?

Una voce interruppe i suoi pensieri: “Biglietto, prego”. Non aveva il biglietto, non aveva nemmeno pensato ci volesse un biglietto per salire sull’autobus, abituato come era a viaggiare in taxi.

– Ora lo cerco. Lo avevo messo qui… sono un po’ distratto.

Infilò le mani nel cappotto come per cercare il biglietto imbastendo una patetica scenetta per tentare di impietosire il controllore. Le sue mani incontrarono il libro di Claudio e, senza che lo avesse notato prima, trovò un pezzo di cartoncino utilizzato come segnalibro. Lo mostrò al conduttore. “Si va bene, grazie”.
Incredulo guardò il cartoncino, era proprio un biglietto, ed era stato obliterato solo poco prima. Confuso aprì il libro per leggerlo, ma l’autobus si fermò davanti all’aeroporto, mancava poco all’orario scritto nel biglietto e rinunciò a leggere avviandosi al banco informazioni, scoprendo che quel codice era in realtà un biglietto aereo acquistato via internet.

Finalmente si accomodò sulla sua poltrona pronto a prendere il volo. Tanta era la preoccupazione per quello che stava accadendo nella sua vita e lo stupore per quel viaggio impossibile che non pensò nemmeno a chiedere quale fosse la destinazione del volo. “Se devo ricominciare una nuova vita un posto vale l’altro”.
Approfittando della calma finalmente aprì il libro ed iniziò a leggere. Il volume spiegava le teorie sulla Relatività: “Più aumenta la velocità più il tempo rallenta e la massa aumenta. Il limite massimo è la velocità della luce, 300.000 metri al secondo, a quella velocità il tempo soggettivo si ferma. Se si andasse oltre quella velocità si tornerebbe indietro nel tempo”.
Luigi non aveva la minima voglia di pensare a questioni scientifiche, chiuse il libro e si addormentò.

I suoi sogni furono agitati, ripensò agli ultimi mesi, quando aveva assunto quella nuova segretaria, a come l’aveva corteggiata, non perché ne fosse innamorato ma semplicemente per mettere alla prova il suo fascino 45enne. Ripenso a come finalmente lei aveva ceduto alla sua corte, più per non contrariare il suo capo che per altro e a come erano stati scoperti proprio quella mattina.
Poi il sogno lo riportò più indietro nel tempo, ricordò il suo matrimonio, i bei momenti passati insieme a Daria, sua figlia Ilaria, e tante altre cose che aveva perso per sempre. Era molto più triste la perdita della sua famiglia che la perdita del suo lavoro e della sua agiatezza economica.
Fu svegliato dalla voce del capitano: “Stiamo per atterrare a Roma, la temperatura esterna è di 10°C, l’ora locale segna le 17:45 di venerdì 24 ottobre. Grazie per aver volato Relative AirLines”.

– Roma? Ma siamo partiti da Roma che senso ha tutto questo?

Luigi non fece caso alla data. Sceso dall’aereo si avviò verso l’uscita, pensoso. Si svegliò dal suo torpore solo quando una bambina gli si gettò addosso in corsa gridando: “Papà!

– Ilaria? E ci sei anche tu Daria!

Luigi era convinto di sognare ma Daria si avvicinò e gli diede un leggero bacio sulle labbra. Fu il sapore di quel bacio a fargli capire che era tutto vero. “Ci sei mancato”.
Domani mi porti a Perugia per la fiera del cioccolato?” chiese la bambina.

Luigi si sentì trasalire. Era la stessa cosa che le aveva chiesto sua figlia il giorno prima. Aveva risposto che non poteva, anche se era sabato sarebbe dovuto andare ad un’importante colazione di lavoro con la sua segretaria e dei clienti stranieri. Ovviamente era una scusa.

– Certo! Sono felice di passare una giornata con le mie donne.

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