Mi ha scioccato accorgermi come i primi a festeggiare per la caduta di Mubarak in Egitto siano stati i regimi teocratici islamici. Noi, in Italia e più in generale in Occidente festeggiamo (o auspichiamo) l’arrivo della democrazia. Loro festeggiano la caduta di un dittatore sanguinario e filo-occidentale.
Che Mubarak fosse un dittatore che nel suo paese soffocasse ogni libertà politica anche con il carcere e la morte per gli oppositori lo si è sempre saputo. Ricordo il racconto di un mio amico fraterno che ha vissuto per parecchi mesi a Il Cairo qualche anno fa. Rimasi indignato per un po’, poi l’indignazione si spense tra le mille cose della vita. Lo stesso hanno fatto tutti i governi democratici occidentali: Mubarak garantiva la pace con Israele, il passaggio nel Canale di Suez, e le vacanza a Sharm, meglio non guardare certe sottigliezze sulla libertà di espressione. Meglio non pensare a certi morti.
In poche parole ieri appoggiavamo il dittatore Mubarak, oggi festeggiamo la sua caduta. Viva l’ipocrisia!
Caduto il regime di Ben Alì in Tunisia le nostre coste si sono di nuovo riempite di immigrati clandestini.
Probabilmente i nostri governi hanno fatto un ragionamento simile a questo: “Accogliere i disperati che attraversano il mare in cerca di futuro non si può, la Lega non vuole, respingerli con la forza sta brutto, poi qualche fanatico dei diritti umani protesterebbe. Molto meglio pagare Geddafi, Ben Alì e colleghi perché ci pensino loro ad impedire con la forza ai disperati di attraversare il mare“.
Ma anche Geddafi è un dittatore, come Ben Alì e Mubarak, avrà obbiettato qualcuno. “Quando cadrà festeggeremo per l’arrivo della democrazia – sarà stata la risposta – ma adesso ci fa comodo che stia al suo posto“.
La cosa più brutta è che non ce ne rendiamo conto. Oggi l’ho capito e mi sono accorto che i cattivi siamo noi. E non mi è piaciuto per niente.