La rosa bianca

Se mi ritrovo alle due di notte a scrivere una recensione di un film, vuol dire che quel film mi ha toccato in profondità.

Sophie Scholl, fa parte del gruppo di studenti che, nella Monaco del 1943, fanno opera di sensibilizzazione contro il regime nazista.
Viene scoperta e arrestata. Le viene offerto di tradire i suoi ideali e salvarsi. Sophie rifiuta e affronta interrogatori, prigione, pressioni psicologiche e sentenza di morte con coraggio, dovuto soprattutto alla sua fede limpida.

Un altro eroe senza macchia e senza paura, perfetto e pronto a sacrificarsi per qualcosa di più grande?
Un tentativo della Germania per dimostrare che non tutto era marcio in quegli anni?

Forse tutte e due le cose. Ma certamente si tratta di un eroe, molto molto umano. Di una rosa vera, come tutte le rose più belle una rosa solitaria, nata nel marcio.

Ma c’è una domanda che mi porto dentro. Come, dopo anni di martellante propaganda nazista, alcune persone siano riuscite a mantenere idee di libertà e pace e a portarle avanti con tanta forza.

Una possibile risposta può essere che gli orrori della guerra aprono gli occhi.
Senza meno. Oggi i media ci riempiono di tante, tantissime notizie, libere, certo, ma tanto confuse, sovrabbondanti a tal punto che gli orrori non vengono nascosti ma semplicemente confusi in un minestrone di gossip, sport, reality show, fiction e politica di bassa lega che rimbalza tra destra e sinistra.
Ma la rispsosta che ci da Sophie, è un’altra. E’ fidarsi di quello che sentiamo dentro di noi, non di quello che ci dicono da fuori.
E’ la coscienza. Le leggi cambiano, la coscienza no. Le leggi sono fatte dagli uomini, la coscienza l’ha messa dentro l’uomo DIO.

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