Elogio dell’astensione. Meglio non votare che votare senza essere informati

Sono in tanti a rinunciare al proprio diritto di voto perché non trovano qualcuno di cui fidarsi. O semplicemente, arrabbiati e disillusi, non vogliono sentirsi complici di un governo o un’amministrazione che non approvano avvallandoli con il proprio voto.
Il mio invito all’astensione non ha nulla a che vedere con tutto ciò.

Sono fermamente convinto che votare sia un diritto fondamentale a cui non si può rinunciare. È però un diritto che va usato bene. Perché se usato male possiamo fare dei danni davvero grandi.

In tanti vanno a votare senza sapere su cosa si vota, senza conoscere i candidati, senza aver compreso come funziona il sistema elettorale, senza aver dato almeno un’occhiata ai programmi elettorali.

Gli inglesi hanno votato BREXIT non per uscire dall’Unione Europea, ma semplicemente per delegittimare il loro premier. Operazione riuscita, ma ora devono vedersela con quello per cui erano andati a votare.
Quante volte nelle elezioni comunali o regionali abbiamo votato per o contro il partito di governo? Magari senza nemmeno conoscere i candidati locali di quel partito. Ma poi quei candidati che abbiamo votato per dare un segnale politico a Roma ci governano per 5 anni.
Le elezioni europee sono un esempio ancora più lampante: non solo non conosciamo i candidati che votiamo… non sappiamo nemmeno a che serve il Parlamento Europeo!

Se non sappiamo quello per cui votiamo, se ci basiamo sulla simpatia, su un senso di rabbia indistinto… allora è preferibile NON ANDARE A VOTARE. O almeno votare scheda bianca.

Informarsi su un programma elettorale, verificare la credibilità di un candidato, conoscere le conseguenze di un referendum non è cosa facile. I Talk Show in TV, con poche eccezioni, sono confusionari: i protagonisti cercano solo di trovare la battuta giusta che discrediti l’avversario. È raro trovare un buon ragionamento argomentato.
I giornali sono scritti da persone che, anziché cercare di informare imparzialmente, in TV prendono posizione spesso in maniera più forte degli stessi politici.
Sui social network regnano sovrane confusione, insulti, falsità e tifo da stadio.

Ma per quanto possa essere difficile informarsi è essenziale. Il mio invito è impegnarsi per questo e poi votare consapevolmente. Oppure è meglio non votare. Chi non vota non fa danni, chi vota male si.

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